UN VERO RITORNO ALLE ORIGINI
Un ponte tra memoria e contemporaneità: stile di un tempo con un nuovo motore e un design rivisitato. Non un repêchage del nome di Laverda, ma un vero progetto che si propone di portare avanti il marchio, l’autenticità e lo stile del marchio italiano, curato da Davide Carboniero (titolare di Breganze Engineering) e da Enrico Borghesan.
Un vero ritorno alle origini con una ‘spinta’ in più grazie al motore monocilindrico, un design compatto che unisce leggerezza e forza.
IRRESISTIBILE ALCHIMIA
NUOVO MOTORE,
STILE DI UN TEMPO
Già a prima vista si nota come il background storico abbia segnato l’evoluzione di questo modello, la seconda generazione di un mito.



LA STORIA DI UN NUOVO UN VIAGGIO
Davide Carboniero
Le innovazioni tecnologiche e la disponibilità dei materiali non garantiscono che tutti siano in grado di realizzare un (progetto) vero erede del marchio di Laverda, o almeno così mi hanno definito. Per questo nuovo prototipo Enrico Borghesan, amico e collaboratore, è stato la chiave di accensione. Chi meglio di lui per ricominciare dal 1973? Così abbiamo ridisegnato un mito italiano.

Una vita a pane e moto, è un concentrato di passione e competenza, orgoglioso dello storico tessuto industriale del territorio di Vicenza. Tutto ha preso forma dai sogni giovanili, con la progettazione completa ex novo della Breganze SF750, basata sullo storico bicilindrico Laverda nella sua ultima evoluzione. Realizzata e presentata come concept nel 2010 all’EICMA di Milano con il marchio Breganze Motociclette Italiane, questa moto è considerata dagli appassionati l’erede e manifesto viaggiante di quelli che sono i valori della storia e della tradizione di uno dei brand leggendari del motorismo italiano.
Enrico Borghesan
Progetti innovativi e al passo con i tempi su cui tracciare la propria linea richiedono una forte dose di passione e studio, a partire dalla radici storiche del marchio. Quando Laverda chiuse i battenti le moto continuarono ad essere vendute e fu allora che oltre alle robuste donne tedesche sopra a quelle selle, allora si, cominciarono a vedersi anche le donne italiane.
